In questo blog credo che archivierò un pò di tutto da miei disegni a pensieri svalvolati e no (anche se questi ultimi saranno in minor numero!) Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi.

03 aprile 2012

Pitbull


23 marzo 2010

Altri piccoli insulti forbiti...

Lei ha già messo a dura prova la mia pazienza,ora dovrò fare appello alla compassione.[CristinaDeVecchi]
-- Il suo ragionamento mi ricorda un mobile Ikea: si monta da solo, si smonta facilmente e, in generale,non regge.[GiosminNicola]

18 marzo 2010

Faccia d'angeli luridi

Cosa rispondere a un maleducato che in coda inizia a suonare il clacson come un matto:

Ma vai a suonare il clacson fra le cosce di tua moglie...
lì si che c'è il vero traffico!!!

07 giugno 2007

Darwin alla rovescia

Nel lontano 1859 Darwin elaborò la sua teoria sull'evoluzione umana nel suo scritto "L'origine delle specie", dove espresse il concetto di selezione naturale, che gli causò non pochi problemi con la religione cristiana...
Adesso proverò ad ipotizzare una nuova teoria che, basandomi sulla sua, ritengo si stia attuando in questo periodo storico e che se reiterata potrebbe portare pure alla estinzione della nostra specie (e direi pure meno male!!!).
La selezione naturale si è rovesciata e se ai tempi di Darwin il più forte fisicamente, il più sano sopravviveva dando in eredità i suoi geni alla sua prole, adesso si è rovesciata:
infatti per una persona sana e in piene forze risulta di difficoltà estrema potersi mantenere con un lavoro, per non parlare di avere la possibilità di mettere su famiglia che è diventata ormai un'utopia...
La possibilità di procreare è invece ormai un miraggio ormai attuabile solamente da pochi privilegiati:
i soliti già ricchi, le persone disabili che riescono ad ottenere un lavoro a scapito di quelle sane, ma per le persone comuni che devono ancora dimostrare di valere qualcosa i tempi si allungano per poter avere una stabilità forse bisogna attendere forse tra i 32 e i 37 anni e se per un uomo la questione è ancora sostenibile a quell'età per la donna il mettere al mondo un figlio diventa sempre più difficile...
In pratica gli unici geni che si tramanderanno saranno quelli meno sani...
L'estinzione si avvicina a passi da gigante!!!

16 maggio 2007

Malinconico ADDIO by A.Manzoni

Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio!
Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere,e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco,da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno!
Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiornotranquillo e perpetuo di sposa.Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato,e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande. Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco diversi i pensieri degli altri due pellegrini, mentre la barca gli andava avvicinando alla riva destra dell'Adda.

07 maggio 2007

Severino Silvani (parte VIII)

Numerosi sono poi i disegni a penna, bozzetti nati dall’ispirazione improvvisa dell’artista;esempi di questi studi sono gli autoritratti a penna china, disegni di paesaggi e a penna disegni di monumenti architettonici.nelle figure 1, 2, e 3 ne vediamo alcuni esempiOppure scene teatrali come si vede dall'esempio a fianco foto 4.









Pochi i paesaggi e nature morte, fece invece diverse sculture in legno, ed una testa di tigre che gli procurò il premio Brera della scultura; fusione in bronzo a cera persa (fig.in basso)

Curioso il bozzetto di “Stalla” (era la stalla che si trovava nella proprietà del nonno materno Ernesto “IL podere di Carrara” a S. Terenzo) olio su cartone 27 x35(Fig. 25




ed uno “Studio sui riflessi di rame” acquerelli 13 x 18. (Fig. 27,28, 29



Tra i ricordi verbali invece, mi piaceva molto la descrizione dello studio del nonno diventato professore di pittura al Regio Istituto di Belle Arti di Parma, che mio padre mi faceva quando casualmente anche in macchina passavamo davanti o vicino allo Stradone,in Via XXII luglio dove era situato; di questo studio ho trovato una foto:

Altro aneddoto interessante , papà,mi raccontava e si dispiaceva di un disastroso evento accaduto al nonno che aveva perduto le opere migliori del periodo immediatamente successivo all’ Accademia di Brera (circa 20 tele) che aveva prestato ad un amico che si accingeva a concorrere per una cattedra di disegno a Messina nel ben noto disastroso terremoto del 1909, dove purtroppo perse con i dipinti anche lo stesso amico.Concludo quindi affermando che vado fiera di queste mie origini e della ricchezza spirituale affettiva e storica che il nonno ci ha lasciato e con voi lettori mi scuso per il tono forse troppo confidenziale con cui ho trattato l’argomento artistico, ho ritenuto importante però il mio punto di vista più emotivo, personale che ha visto in Severino Silvani oltre l’artista, il nonno… “Una grande Persona”.

18 aprile 2007

Severino Silvani (parte VII)

L’arte e la libertà di frequentarla non arricchisce e spesso bisogna piegarsi ai doveri che incombono, la famiglia da mantenere fece lasciare a Severino la vita Bohèmien e si adattò a committenze spesso troppo restrittive che non gli lasciavano alcuna libertà, così il nonno anche di età avanzata si dedicò ad una produzione di quadri da “Chiesa”, pale d’altare, numerose opere disseminate nelle chiese di provincia, a Reggio Emilia, a Calestano e dintorni credo anche a Parma ad es: c’è una “Madonna della scodella” (Imitazione Del Correggio) nella stanza vescovile di Parma.


Dipinti, bozzetti a soggetto religioso ne ha fatti tanti come preparazione di tele più grandi ed importanti : es”Pargoli venite a me” olio su cartone 16 x21(foto 1)

“La sacra famiglia” pastello su carta 41 x49 (foto 2);

“Bozzetto per quadro di Santa Rita” olio su cartone 19 x 27 ; (foto 3)

Severino Silvani (parte VI)

Altri esempi della pittura di Severino Silvani ci sono dati da:
“Modella velata” olio su tela 23 x34 (foto 1);
“Bimba imbronciata” olio su cartone 21 x25(foto 2);
”Giovane con berretto” olio su cartone 20 x24(foto 3)




Oppure dai seguenti:
“Vecchio con mani incrociate”olio su cartone 29 x36(foto 4);

“Trapezio di vecchio” olio su cartone 15 x33x31(foto 5).

Severino Silvani (parte V)

Tra le figure sono da segnalare gli autoritratti, davvero belli ; Severino di fronte allo specchio, solo di fronte a se stesso, si è misurato e giudicato, direi spesso non si è piaciuto, infatti l’alter ego che scopriamo in questa analisi interiore spesso ci sorprende, seduce o cattura o lacera ma è l’anima con la quale dobbiamo convivere e penso che il nonno questo lo sapesse.


Due esempi di questi autoritratti sono le seguenti figure: “Autoritratto con mano frontale” olio su cartone 34 x45 ed(foto a sinistra)

















Altro autoritratto è rappresentato dalla figura11 “Autoritratto con cappello” carboncino 44 x 58 (foto a destra).

E poi ancora ritratti,nudi, persone sconosciute, forse amici, modelli, modelle trattati in maniera accademica ,talvolta invece interpretati, sembrano foto-tessere di un mondo che fu, forse frequentazioni del nonno quando era in accademia o conoscenze di amici di Calestano.

Comunque personaggi tipici dell’Emilia , di un mondo contadino forse scomparso, ma che vivono con me come gente di famiglia ( hanno il fascino di film come” ‘900” di B.Bertolucci o “l’albero degli zoccoli” di E. Olmi, o meglio ancora l’espressività dei ritratti pompeiani ritrovati nelle antiche tombe egizie di Fajum ) ; es “scenetta familiare” olio su cartone 25 x34 (foto in basso) ;

Severino Silvani (parte IV)


“La zia Pina” (la figlia Giuseppina Silvani morta precocemente a 39 anni) olio su tela( Studio per ritratto) 35 x47 e “Un Cugino” ( Luciano Silvani scenografo a Milano) olio su cartone 30 x 41


(Rispettivamente foto 1 e foto 2 qui in alto)


Questo parente, di cui si è persa ogni traccia, se non il ritratto, era andato allo studio del nonno per imparare a dipingere la figura, e il nonno di poche parole, gli aveva detto: “mettiti comodo ti faccio il ritratto” ; così didascalicamente e in maniera immediata gli svelava tutti i segreti del vecchio mestierante; da questo episodio esce anche la figura umana di Severino, di maestro generoso, onesto e pragmatico ; in casa mio padre lo chiamava il “Burbero benefico”.



Sua moglie Orighi Dirce, adorava quest’uomo distinto, particolare nei tratti, con la barba ed i baffi rutilanti, sempre ben curato nell’aspetto ; “Il Professore “lo chiamava la nonnina, così autorevole, schivo di ogni lusinga, sempre pronto a brontolare, con un caratteraccio che solo lei, così paziente, sapeva lenire ; poi si sa gli artisti sono originali, guadagnano poco, ma penso che lei piccola-grande donna abbia contribuito, nei momenti difficili, con il suo mestiere di insegnante elementare anche al sostentamento della famiglia: .



“Dirce la nonnina”di lei ho un carboncino 32 x 44. (foto a fianco)

Severino Silvani (parte III)



Poi, da segnalare Il ritratto di mia madre, nella foto soprastante, che ho titolato “Lettera d’amore dal fronte” olio su tela 50 x 70 ( foto)
Questo quadro si riferisce al periodo di guerra, i miei si erano appena sposati e la mamma forse aspettava già Anna, mio padre partì per il fronte russo e aveva scritto alla mamma chissà quali belle e amorose parole e il nonno Severino la volle ritrarre così pensierosa e commossa .
La morte, la vita, l’amore sono i temi che il nonno, come tutti i veri artisti, ha cristallizzato in episodi vissuti, interrogandosi sulle grandi domande esistenziali, ma dalla difficile risposta e fermati in immagini, che noi eredi, teniamo in gran conto.
Sempre sulla guida dei ritratti, con questi soggetti, sia io che mia sorella abbiamo numerose pitture ad olio, disegni, chine, carboncini,gessetti,pastelli ,acquerelli ,sculture; infatti al nonno Severino non è sfuggito alcun mezzo tecnico per indagare nelle nuance della espressività e della personalità dell’ individuo che lui, con gran talento, ha saputo cogliere.

Per rimanere nei ritratti di famiglia ad esempio : “Ritratto di Erminio bimbo” olio su cartone 24 x34 (foto a fianco) .











Oppure il quadro “Ritratto di Silvana da bimba ” olio su tela preparatoria 24 x34 (foto a fianco)


Severino Silvani (parte II)



Ricorrenti sono nei quadri di mio nonno i paesaggi di Calestano, paese rimasto nel suo cuore, qui sopra ne vediamo due esempi il primo del paese e il secondo della campagna limitrofa.
Sempre seguendo la rotta dei quadri nella memoria sono vividi i ricordi dei parenti e quindi dei numerosi ritratti, tra i quali trovo significativo quello del: “Bisnonno morto” (Erminio Silvani) olio su cartone 33 x 22 ( Foto a fianco).
Nel qudro si riscontra la grande somiglianza fisica di Erminio con Severino (il figlio), ma al tempo stesso è una dimostrazione d’amore e riconoscenza del figlio verso il padre.

 
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