In questo blog credo che archivierò un pò di tutto da miei disegni a pensieri svalvolati e no (anche se questi ultimi saranno in minor numero!) Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi.

16 maggio 2007

Malinconico ADDIO by A.Manzoni

Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio!
Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere,e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco,da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno!
Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiornotranquillo e perpetuo di sposa.Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato,e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande. Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco diversi i pensieri degli altri due pellegrini, mentre la barca gli andava avvicinando alla riva destra dell'Adda.

07 maggio 2007

Severino Silvani (parte VIII)

Numerosi sono poi i disegni a penna, bozzetti nati dall’ispirazione improvvisa dell’artista;esempi di questi studi sono gli autoritratti a penna china, disegni di paesaggi e a penna disegni di monumenti architettonici.nelle figure 1, 2, e 3 ne vediamo alcuni esempiOppure scene teatrali come si vede dall'esempio a fianco foto 4.









Pochi i paesaggi e nature morte, fece invece diverse sculture in legno, ed una testa di tigre che gli procurò il premio Brera della scultura; fusione in bronzo a cera persa (fig.in basso)

Curioso il bozzetto di “Stalla” (era la stalla che si trovava nella proprietà del nonno materno Ernesto “IL podere di Carrara” a S. Terenzo) olio su cartone 27 x35(Fig. 25




ed uno “Studio sui riflessi di rame” acquerelli 13 x 18. (Fig. 27,28, 29



Tra i ricordi verbali invece, mi piaceva molto la descrizione dello studio del nonno diventato professore di pittura al Regio Istituto di Belle Arti di Parma, che mio padre mi faceva quando casualmente anche in macchina passavamo davanti o vicino allo Stradone,in Via XXII luglio dove era situato; di questo studio ho trovato una foto:

Altro aneddoto interessante , papà,mi raccontava e si dispiaceva di un disastroso evento accaduto al nonno che aveva perduto le opere migliori del periodo immediatamente successivo all’ Accademia di Brera (circa 20 tele) che aveva prestato ad un amico che si accingeva a concorrere per una cattedra di disegno a Messina nel ben noto disastroso terremoto del 1909, dove purtroppo perse con i dipinti anche lo stesso amico.Concludo quindi affermando che vado fiera di queste mie origini e della ricchezza spirituale affettiva e storica che il nonno ci ha lasciato e con voi lettori mi scuso per il tono forse troppo confidenziale con cui ho trattato l’argomento artistico, ho ritenuto importante però il mio punto di vista più emotivo, personale che ha visto in Severino Silvani oltre l’artista, il nonno… “Una grande Persona”.

 
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