In questo blog credo che archivierò un pò di tutto da miei disegni a pensieri svalvolati e no (anche se questi ultimi saranno in minor numero!) Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi.

09 maggio 2006

Che brutta bestia la censura!!

Il baldacchino di Gian Lorenzo Bernini

Poichè odio ogni forma di censura ed eccessivo moralismo su qualsivoglia questione a partire dal mitico spot pubblicitario fatto da Rocco Siffredi dove si alludevano alle sue innumerevoli esperienze con patatine di ogni tipo e forma fatto sparire in un batter d'occhio come se una allusione del genere potesse in qualche modo turbare le menti di noi tutti ormai abituati a non stupirci più di stupri e violenze su minori e non ma incapaci di poter far due sane risate su uno spot di rara intelligenza e magari provare quel pizzico di invidia no anzi ammirazione verso un personaggio che effettivamente le ha provate tutte le patatine intendo...
Dopo questo preambolo forse pure eccessivamente prolisso volevo raccontare una storia riguardante l'opera di Bernini in S.Pietro ossia il baldacchino quello conosciuto per le sue colonne tortili e per l'utilizzo massiccio del bronzo come elemento portante delle stesse colonne. Anche in quest'opera al pari del famigerato spot di cui prima ritrovo un'accanita censura che è stata perpetuata su tutti i libri di storia dell'arte che mi sono fino ad oggi trovato a sfogliare (e sono stati davvero tanti).
La storia la ho appresa da un mezzo d'informazione alquanto insolito per i nostri tempi "il fumetto" e per la precisione Martin Mystere. Incuriosito pertanto ho cercato di trovarne riscontro dapprima sui libri di storia dell'arte e non trovando nulla mi sono detto va bene il fumetto sarà stato un semplice sfogo della fantasia degli autori, nonostante ciò mi mancavano ancora due fonti consultabili la prima internet e la seconda l'esperienza personale recandomi a Roma ho infatti potuto constatare di persona la veridicità della storia di cui peraltro ci sono diversi tentativi di spiegazione più o meno buoni.
Ma veniamo alla storia in sè correva l'anno 1624 quando Papa Urbano VIII, della famiglia Barberini, commisionò a Gian Lorenzo Bernini il difficile incarico di riempire lo spazio vuoto sotto la cupola all'interno della basilica di S.Pietro. Tale opera fu compiuta da Bernini in 9 anni nel 1633 l'opera è appunto il baldacchino composto dalle colonne tortili di cui vi è ampia descrizione in qualsivoglia libro di storia dell'arte vorrei infatti soffermare l'attenzione su alcuni particolari neanche troppo piccoli da poter essere sfuggiti in maniera così plateale da quasi tutti gli organi d'informazione tali particolari sono i sostegni delle quattro colonne ossia i piedistalli di marmo bianco dove Bernini ha scolpito qualcosa di davvero particolare: su ognuna delle facce esterne al baldacchino il Bernini scolpì infatti lo stemma del casato Barberini, integrandovi la rappresentazione della donna nelle diverse fasi del travagio dal periodo dilatante fino ad arrivare alla nascita del bambino che sbuca infine dallo stemma del casato stesso.
Insomma il Bernini ha eseguito fotogramma dopo fotogramma ogni fase del parto di una donna, per poter verificare questa sequenza bisogna partire dalla prima colonna sulla sinistra quella frontale ovviamente e procedere poi da destra a sinistra.
Si nota come, su ogni piedistallo, tra lo stemma e le chiavi si S. Pietro sia scolpita anche una testa di donna, che assume espressioni differenti nelle varie fasi del parto; alla fine nell'ottavo ed ultimo fotogramma la testa della donna è sostituita dalla comparsa della testa di un bambino a dimostrazione della conclusione del felice evento.
Si può inoltre notare che gli stemmi barberiniani, caratterizzati dalle caratteristiche tre api, abbiano una netta somiglianza col corpo di una donna ed in particolare la parte superiore dello stemma ne rappresenterebbe il torace mentre quella inferiore l'addome infine si riscontra anche l'organo genitale femminile situato inferiormente allo stemma; è curioso inoltre verificare che proprio la parte inferiore (l'addome della donna) e l'organo genitale cambino le proprie forme simulando le differenti fasi del parto.
Per quanto riguarda le spiegazioni di una tale rappresentazione vi sono soltanto ipotetiche congetture vediamole:
secondo la prima spiegazione si dice che una principessa di casa Barberini, nipote di Urbano VIII, ed in attesa di partorire, avesse fatto dono di donare i piedistalli che il Bernini si accingeva ad eseguire, nel caso in cui avesse partorito un bambino; pertanto una volta avvenuto il lieto evento Bernini pensò bene di rappresentare lo stesso evento.
Un'altra spiegazione ben più goliardica e in sintonia col carattere dello stesso artista vuole che Bernini nutrisse una forte passione, peraltro corrisposta, per una giovane nipote di Urbano VIII, che lo portò pure a chiederla in sposa, ma il pontefice pur stimando l'artista, si oppose in maniera decisa alle nozze non ammettendo che la nipote che apparteneva ad una delle più nobili famiglie romane si potesse sposare con un uomo di comune lignaggio.
La nipote però non seguì il volere dello zio ed ebbe perfino un figlio dal Bernini questa cosa irritò il papa e Bernini volendo a quel punto recare un affronto ancora maggiore alla famiglia Barberini, rappresentando il parto della nobile donnascolpendone sui piedistalli le diverse fasi dello stesso parto.
Un sito da cui sono riuscito ad avere notizie è il seguente dove potrete ritrovare descrizione di tale storia
http://scuolamedicasalernitana.it/curiosita/bernini_e_il_parto.htm

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Bella storia, ma in che senso la censura é una brutta bestia? Un baciozzo Stefy

11:35 AM

 
Blogger stefano said...

nel senso che non mi piace la censura in ogni sua forma... anche se probabilmente qualche episodio è giusto censurarlo!

12:20 PM

 
Blogger stefano said...

ahhh grazie per aver apprezzato la storia stefy

12:20 PM

 

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